UN GIORNO AL MUSEO
Intervista a Daniele Serafini, Direttore del Museo Francesco Baracca di Lugo
“Era un meraviglioso sogno ad occhi aperti
vedermi scorrere di sotto gli alberi, le strade, la campagna”
(F. Baracca in una lettera al padre, 5 maggio 1912)
Il Museo “Francesco Baracca” è stato istituito dal Comune di Lugo nel 1924, a sei anni di distanza dalla morte dell’asso della Prima Guerra Mondiale, e inaugurato nella sua prima sede, all’interno della Rocca, nel 1926. Fin dalla sua costituzione lo scopo era omaggiare la figura di Baracca, le sue imprese, le sue vittorie, attraverso i cimeli raccolti nel corso degli anni, in parte dall’Aeronautica Militare, in parte dallo stesso pilota quando era in vita. Oggi la collezione del Museo consta di circa 500 esemplari tra strumentazione aeronautica, lettere, fotografie ed elementi vari che riguardano Baracca e, più in generale, l’Aeronautica Militare dell’epoca. Punta di diamante lo SPAD VII S2489, aereo francese del 1917, restaurato nel 1990.
Tra il 1990 e il 1993 il Museo viene trasferito nella casa natale del pilota, assecondando le volontà testamentarie del padre di Baracca, che aveva lasciato l’edificio al Comune a condizione che fosse dedicato alle imprese del figlio. I lavori sono stati eseguiti in più stralci nell’arco di una ventina d’anni e si sono conclusi ufficialmente nel 2008. Tra il 2013 e il 2015, poi, un importante intervento di restauro dell’intero edificio, per l’adeguamento alla nuova normativa antisismica, fa da spunto per un riallestimento totale dell’esposizione, presentata con successo al pubblico il 23 maggio 2015.
Il piano terra e il cortile interno sono dedicati alla tecnologia. Ad accogliere i visitatori, all’ingresso, si alternano il motore originale dell’aereo che Baracca pilotava quando si è schiantato (in prestito dal Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, sul lago di Bracciano) e una Ferrari (negli ultimi 5 anni quella di Michael Schumacher). Una stanza molto suggestiva è dedicata allo SPAD francese, mentre nel cortile c’è un altro aereo costruito negli anni Settanta.
Al primo piano il mito del pilota e l’uomo. Dalla camera da letto originale di Baracca, con i mobili, i quaderni di scuola e le fotografie, alla sala delle onorificenze e dei riconoscimenti, dove viene celebrato il “divo Baracca”, dalle uniformi che ha indossato, fino all’orazione funebre di Gabriele D’Annunzio, trasmessa da una campana sonora. Qui sono conservate anche alcune delle teche in legno del 1926, per dare il senso di come fosse il primo allestimento del Museo.
Si conclude il viaggio al secondo e ultimo piano. Qui c’è un vero simulatore di volo che permette agli avventori di entrare in uno SPAD e volare sulle zone di guerra del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e dell’Impero Austro-Ungarico (l’attuale Slovenia), ricostruite attraverso immagini d’archivio, fotografie e mappe geografiche. Un ulteriore elemento innovativo di questo piano è che, per la prima volta, fanno la loro comparsa elementi che non hanno a che fare direttamente con l’aviazione, ma che vogliono dare conto del contesto storico in cui operavano i “cavalieri del cielo”, ovvero la Prima Guerra Mondiale. Ecco allora la ricostruzione di una trincea e l’esposizione di una cinquantina di cartoline illustrate, provenienti da un fondo di quasi 3000 cartoline, acquisite dallo scrittore Eraldo Baldini. Per concludere c’è anche una piccola saletta dedicata al Monumento a Baracca, inaugurato nel 1936 e considerato a tutti gli effetti parte integrante del museo, dove è documentata tutta la fase preparatoria.
Una piccola e doverosa parentesi va fatta per spiegare, a chi non lo sapesse, il perché una Ferrari non sia fuori posto in un museo dedicato a un aviatore lughese della Prima Guerra Mondiale.
Le origini di quello che è stato recentemente definito il brand più influente al mondo, ovvero il “cavallino rampante” della casa di Maranello, ha origini proprio nella città di Lugo. Con alcune caratteristiche che sono poi state modificate successivamente, il cavallino rampante, tra il 1916 e il 1917, diventa l’emblema personale che Francesco Baracca, che proveniva dalla cavalleria, mette sul suo aereo per omaggiare il suo ex reggimento. Nel 1923, dopo aver vinto, su Alfa Romeo, il “Circuito automobilistico del Savio”, Enzo Ferrari incontra, a Lugo, i genitori di Baracca e la Contessa lo prega di accettare in dono il cavallino del figlio, perché gli avrebbe portato fortuna. Ferrari lo appone, per la prima volta, sulla sua Alfa Romeo, nel 1932, al circuito belga di Spa-Francorchamps, ma è nel 1947 che diventerà ufficialmente il simbolo della sua nuova scuderia.
Il Museo Baracca è uno dei luoghi dove i volontari Auser prestano servizio di sorveglianza. La collaborazione con Auser è iniziata nel 2008 ed è stata fondamentale per garantire l’apertura al pubblico. Sono attivi, al Museo Baracca, tre volontari Auser che coprono le quattro ore di apertura per due giorni a settimana, il mercoledì e il venerdì, più due domeniche al mese e si occupano anche delle visite guidate. I tre volontari, insieme al quarto custode, fanno anche parte dell’Associazione “La squadriglia del Grifo”, che conta in tutto 37 soci, nata nel 2012, per contribuire fattivamente alla gestione del Museo, alla sua crescita e alle diverse iniziative che lo riguardano.
Ogni anno al Museo Baracca giungono visitatori da tutto il mondo, per un totale di oltre 10.000 visite all’anno. Per chi fosse impossibilitato a recarsi a Lugo personalmente, o per chi volesse un assaggio di quello che il Museo può offrire, dal sito web è anche possibile la visita virtuale.
Il Museo Francesco Baracca
è in Via Baracca, 65
a Lugo (RA)
Tel. 0545 24821
Il Museo è aperto al pubblico dal martedì alla domenica
dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00
Chiusure annuali
1 gennaio, 15 maggio, seconda e terza settimana di agosto e dal 25 al 31 dicembre