Di seguito la foto e la trascrizione dell’articolo uscito qualche giorno fa sul Resto del Carlino a firma di Daniele Filippi.
OTIGNOLA COMUNE E ASSOCIAZIONI FANNO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE SULLE ATTIVITÀ CON I PROFUGHI
I richiedenti asilo impegnati anche nella Casa protetta
«IL GRADUALE inserimento dei profughi nella comunità di Cotignola sta dando buoni risultati, ci stiamo impegnando insieme ai volontari a questo progetto che ha come obiettivo la loro integrazione sociale, dando l’opportunità a queste persone che arrivano da così lontano di restituire qualcosa alla comunità che li ospita». A parlare è Ilva Fiori, coordinatrice Auser di Cotignola, che fa così il punto della situazione sull’integrazione dei profughi, un tema caldo in tutto il territorio di Cotignola, soprattutto dopo che l’annunciato arrivo di altre persone a Cotignola e dei 20 profughi a Budrio ha suscitato polemiche tra i residenti e sul web, facendo emergere paure e diffidenza.
Ma c’è anche chi vede in maniera del tutto differente il problema dell’immigrazione e dell’arrivo dei profughi. «Grazie all’accordo tra Regione, Prefetture, Anci, Forum Terzo Settore, sindacati e cooperazione sociale per realizzare attività di volontariato per accogliere e integrare le persone richiedenti protezione internazionale – spiega Barbara Nannini, assessora alle politiche sociali e alla cultura integrativa – è stato possibile realizzare, da parte di associazioni e cooperative, iniziative per l’inserimento in esperienze di volontariato dei ragazzi stranieri. Questo accordo è stato recepito dall’Unione dei Comuni, affidando poi alle associazioni Auser e Primola di Cotignola la realizzazione di progetti da loro presentati. Diciamo – conclude Barbara Nannini – che a Cotignola il terreno era fertile per avviare con tempestività queste esperienze, progetti che riguardano contesti di carattere civile, educativo, ambientale, sportivo e culturale, allo scopo di arricchire la conoscenza del territorio e migliorare l’integrazione».
A COTIGNOLA 6 dei 10 profughi ospitati in paese si sono resi disponibili per queste attività, manifestando interesse. Così, alcuni di loro sono stati coinvolti in luglio dall’associazione Primola nell’allestimento dell’Arena delle balle di paglia, con risultati incoraggianti. «L’ostacolo principale – afferma Enzo Casadei, volontario di Primola – è quasi sempre la lingua, ma questi ragazzi si sono dimostrati bravi, attenti e ci hanno dato una grossa mano. Per questo spero che continui questa esperienza che li coinvolge».
Dello stesso parere Daniele Marescotti, anch’egli volontario di Primola: «problemi con loro non ce ne sono mai stati e credo che se ben indirizzate queste persone potranno essere utili alla comunità».
Alcuni dei richiedenti protezione internazionale ospitati a Cotignola sono già impegnati nella Casa protetta “Tarlazzi – Zarabini”, affiancando il gruppo di volontariato presente nella struttura e anche questa esperienza pare stia dando buoni risultati. «È certamente un’esperienza positiva – afferma Greta Ghetti, coordinatrice responsabile della Casa per anziani – che ha suscitato inizialmente la curiosità degli anziani e poi il loro gradimento, perché sono contenti di avere con loro queste persone. E stiamo pensando di coinvolgere i profughi anche in un progetto di piccoli lavori di manutenzione allo stabile».
ALIU Ne e Alismane, due dei senegalesi richiedenti asilo che fanno volontariato a Cotignola mostrano di gradire la loro permanenza in paese e sperano di rimanervi a lungo. «La gente – spiegano i due profughi – è accogliente e gentile e non abbiamo mai avuto problemi. Ci fa piacere impegnarci per aiutare il paese ed essere in qualche modo utili a chi ci accoglie». Quindi, concludono i responsabili e i volontari delle associazioni che si occupano dei profughi, la situazione è diversa da come a volte viene descritta puntando tutto sulla paura dello straniero, «la loro presenza può rivelarsi un’opportunità e una risorsa per tutta la comunità».
Daniele Filippi