L’osservatorio sociale Auser presso le case popolari di Via Butrinto e Via Gamberoni ha da poco compiuto un anno, ma, come spesso accade in queste occasioni, la partenza è stata diversa da quello che ci si aspettava. È difficile, infatti, riuscire, in poco tempo, ad instaurare un vero e proprio rapporto di fiducia e di amicizia con le famiglie che vivono nelle palazzine, ma si è cominciato dai bambini e ad oggi possiamo dire che siamo decisamente sulla buona strada.
Con l’anno scolastico appena concluso è stato avviato, nella stanza della palazzina in Via Butrinto a disposizione di Auser, un servizio di aiuto compiti dedicato ai bambini stranieri residenti nei due complessi di case popolari. Il sabato dalle 9.30 alle 12.30, il servizio è dedicato ai bimbi delle scuole elementari che, avendo il modulo a tempo pieno, sono a casa il sabato mattina, mentre i ragazzi delle scuole medie frequentano il martedì pomeriggio dalle 15.30 alle 18.00. Complessivamente hanno partecipato una quindicina di bambini. Sono quasi tutti bambini o ragazzi dell’Est Europa, provenienti da famiglie in disagio economico, che conoscono poco o pochissimo l’italiano. Per questi bambini, che si scontrano con le difficoltà oggettive di avere a che fare con una lingua che non è la loro, avere la possibilità di essere seguiti personalmente nello svolgimento dei compiti a casa, si è rivelato una risorsa fondamentale. L’aiuto compiti è una grande risorsa anche per le mamme, la maggior parte delle quali è sola ad occuparsi della gestione e del sostentamento dei figli; nonostante all’interno delle palazzine, la solidarietà e il mutuo soccorso siano molto presenti, infatti, avere la possibilità di lasciare i bambini per mezza giornata a chi se ne occupa attivamente, aiutandoli anche con i compiti, è un servizio decisamente molto importante, tanto che molte di loro hanno iscritto i bambini anche al campo estivo di Lido Adriano. Apprezzatissimo, sia dai bambini, che dalle mamme, anche il fatto che ogni doposcuola comprenda la merenda, offerta dall’Associazione.
Originariamente erano in progetto diversi laboratori, ma gli spazi e le risorse economiche hanno giocato contro, quindi ci sono stati solamente due laboratori a conclusione del doposcuola, in concomitanza con la fine delle lezioni.
Dal punto di vista dell’associazione questo servizio è stato utile soprattutto per cominciare ad instaurare un rapporto di fiducia con le famiglie che vivono all’interno degli stabili, condizione necessaria per poter svolgere, a breve, un vero e proprio servizio di osservatorio e portierato sociale, com’era nei piani. L’esperimento si è dunque rivelato vincente e il modello decisamente esportabile.
Adesso sarebbe necessario ampliare l’offerta: se fosse disponibile un altro locale, oltre a quello dove vengono accolti i bambini, si potrebbe allestire una piccola sala giochi, dove chi ha finito di fare i compiti potrebbe intrattenersi, soprattutto nei mesi invernali quando non è agibile lo spazio esterno; se si potesse contare su qualche finanziamento, anche esiguo, si potrebbe pensare di aumentare il numero dei laboratori, acquistando i pochi materiali necessari, che si aggiungerebbero a quelli di recupero, la cui scelta è sempre privilegiata; ma soprattutto se si potesse contare su altri volontari, a supporto dei 5 attualmente presenti (di cui 4 fissi), si potrebbe pensare di ampliare l’offerta mettendosi a disposizione per più di due giorni a settimana, andando incontro alle esigenze degli abitanti delle palazzine e facendo un ulteriore passo in avanti verso l’integrazione reale.