Concluso oggi a Rimini l’VIII congresso regionale Auser.
Ieri la presentazione della ricerca “Conoscerci per farci conoscere”, indagine sui volontari Auser condotta da Ires
E’ stato dedicato alla memoria di Anas Al-Basha, il volontario-clown scomparso a soli 24 anni nell’inferno della città di Aleppo, l’ottavo Congresso di Auser Emilia Romagna conclusosi oggi a Rimini.
Due giornate di dibattito per guardare al futuro, confrontandosi con i 162 delegati congressuali su sfide e processi da mettere in campo, partendo dalla concretezza dell’azione quotidiana.
Un’azione che nella nostra regione si sviluppa in ben 285 comuni, attraverso l’impegno di oltre 11.500 volontari, che nel 2016 hanno impiegato complessivamente ben 2,7 milioni di ore nel volontariato.
E proprio per conoscere più da vicino questi volontari, le ragioni del loro impegno, le loro motivazioni è nata la ricerca “Conoscerci per farci conoscere” realizzata in collaborazione con Ires Emilia Romagna e presentata in occasione del congresso. L’indagine, condotta su un campione di oltre mille unità, mette in luce le attività realizzate (dall’accompagnamento sociale, all’attività dei nonni-vigili davanti alle scuole, alle attività ambientali,…), ma anche le caratteristiche anagrafiche, sociali, umane e relazionali dei volontari. Donne e uomini (con una leggera prevalenza della componente maschile) in larga maggioranza sopra i 55 anni d’età (82%). Persone con una visione attenta alla dimensione collettivistica, in cui prevalgono i valori, della pace, della solidarietà e della famiglia. Come dimostra il fatto che molti volontari hanno dichiarato di vivere una situazione di disagio economico legata alla necessità di aiutare i propri figli e nipoti a costruirsi un futuro.
Ed è proprio la preoccupazione per i giovani e per la necessità di agire sulla loro condizione occupazionale uno dei temi più rilevanti emersi dalla ricerca. “C’è chi afferma che il futuro non piace ai vecchi perché non possono abitarlo – ha sottolineato il Presidente di Auser Emilia Romagna, Fausto Viviani – Noi non siamo d’accordo. Per noi il futuro è quasi più importante del presente. Non solo perché ci piacerebbe lasciare un bel ricordo, ma perché il futuro è già qui e dobbiamo e bisogna solo decidere di occuparcene”.
Il riferimento è alla profonda evoluzione demografica in atto, che caratterizza l’intero paese e la nostra regione in modo particolare. Un quadro messo in luce nel corso del congresso dal demografo Gianluigi Bovini. “Oggi in Emilia Romagna la vita media ha raggiunto gli 81 anni per gli uomini e gli 85 per le donne. – ha sottolineato Bovini – E’ un record mondiale perché solo in territori con un alto livello di civiltà come il nostro si può vivere così a lungo. Ma quali politiche mettere in campo per promuovere un invecchiamento sereno e attivo? Come evitare l’emarginazione sociale degli anziani rimasti soli? E come ridurre le enormi disuguaglianze di reddito tra generazioni?”.
Domande che hanno caratterizzato profondamente il dibattito all’interno del congresso, sia per quanto riguarda gli interventi dei delegati, che dei tanti importanti ospiti (da Flavia Franzoni – Iress; al segretario generale dello SPI regionale, Bruno Pizzica; al Portavoce del Forum Terzo Settore regionale, Federico Amico; a Marina Balestrieri della segreteria di CGIL Emilia Romagna; ai rappresentanti delle organizzazione del terzo settore che da sempre collaborano con Auser).
“Viviamo in una fase delicatissima per il nostro paese, una fase di svolta – ha sottolineato il Presidente di Auser Nazionale, Enzo Costa – La soluzione è trovare il modo di ricostruire il lavoro. Non può esistere un tasso del 40% di disoccupazione giovanile. Oggi i nostri giovani non sono nelle condizioni di pensare al futuro. E’ necessario un nuovo patto di solidarietà, un patto tra generazioni, perché questo modello non regge”. In questo contesto Auser, da sempre impegnata al fianco dei più fragili, non può limitarsi all’erogazione di servizi, ma è quindi chiamata ad agire l’innovazione e il cambiamento sociale. “Auser deve avere la vocazione della trasformazione culturale e sociale dell’Italia, andare alla radice del bisogno. – ha concluso Marica Guiducci (Presidenza Auser Nazionale) – Deve continuare a denunciare la mancanza dei servizi e delle politiche sociali, incalzando le Istituzioni pubbliche a tutti livelli. Deve comprendere il cambiamento e continuare ad agire nell’innovazione sociale, sulla sostenibilità di vita, sull’integrazione dei migranti, sull’assistenza e le risposte ai bisogni dei cittadini. Per questo chiediamo fermamente un nuovo patto sociale perché il welfare non è un lusso, né un costo, ma un motore di sviluppo”.
Temi che verranno ripresi anche nel congresso Auser Nazionale, in programma a Salerno dal 5 al 7 aprile, a cui Auser Emilia Romagna parteciperà con 22 delegati.