L’appuntamento, per tutti coloro che hanno partecipato al progetto, è questa sera a partire dalle 18.30, presso la residenza per anziani “Giovannardi e Vecchi” di Fusignano. In programma un laboratorio di cucina per i bimbi, che realizzeranno ottimi biscotti e poi canti, racconti e la conclusione in bellezza con una “pizzata” in giardino.
Si chiude con una bellissima festa il progetto “Nel Mio Paese: ricordi che emozionano”, che è riuscito a coinvolgere ben 4 generazioni contemporaneamente, con una forbice d’età che sfiorava il secolo.
Avvicinandosi molto all’idea sviluppata dall’Intergenerational Learning Center di Seattle e, per restare in Italia, dalla cooperativa sociale Unicoop presso il Centro Abi (Anziani e bambini insieme) di Piacenza, anche Fusignano comincia a mettere in atto quelle buone pratiche che possono contrastare la trasformazione della famiglia tradizionale, riavvicinando le generazioni e ottimizzando la risoluzione di due problematiche sociali: la difficoltà nel prendersi cura degli anziani e la difficoltà del prendersi cura dei bambini.
Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione delle due principali strutture coinvolte nel progetto, la casa protetta “Giovannardi e Vecchi” e la scuola materna “Maria Ausiliatrice”, unite da un denominatore comune straordinario, ovvero il circolo Auser Volontariato di Fusignano, che collabora in diverse attività con entrambe.
Una decina i volontari coinvolti, che si sono occupati sia di accompagnare i bambini nel corso delle uscite didattiche, sia di collaborare ai laboratori manuali e culinari, organizzati nei locali della scuola materna o alla “casa dei nonni”.
Tutte le attività, sotto forma di fotografie, ricette e testi di canzoni, sono state raccolte in un opuscolo che è stato consegnato agli intervenuti della serata di mercoledì 31 maggio scorso, quando tutti i protagonisti si sono riuniti al centro culturale “Il Granaio” per raccontare la propria esperienza alla cittadinanza. L’affluenza è stata importante ed erano presenti le autorità cittadine, i gestori, le animatrici e le insegnanti di casa protetta e scuola materna, i bambini, i genitori, i nonni volontari e i nonni più anziani.
Il Sindaco Nicola Pasi ha aperto la serata ribandendo l’importanza di progetti che, come questo, uniscono le differenze arricchendo tutte le parti coinvolte.
Giovanni Guerrini, referente del circolo Auser Volontariato di Fusignano, ha testimoniato l’euforia dei volontari che hanno partecipato al progetto che, a quanto pare «si sono trovati a tornare un po’ bamini anche loro, al punto che non vedono più le cose brutte, ma solo quelle belle, proprio come i bambini».
Don Marco Corradini, gestore della scuola materna, ha puntato l’attenzione sulla grande possibilità di ricostruire relazioni nonni/nipoti che prima facevano parte del normale vissuto familiare, ma che oggi sono sempre più una rarità.
Le animatrici della casa protetta hanno raccontato dell’emozione dei nonni nell’incontrare i bambini «se sapevano che il giorno dopo dovevano venire a imparare una ricetta, cominciavano subito a preoccuparsi di cosa gli avrebbero detto e a prepararsi per poter spiegare bene le cose» e della grande collaborazione da parte delle stesse famiglie degli ospiti, che hanno contribuito recuperando ricette e materiali per la realizzazione dei laboratori.
Grazie a questo progetto i bambini hanno potuto instaurare relazioni significative con adulti al di fuori della propria famiglia, entrando in contatto anche con un mondo molto diverso da quello a cui sono abituati, mentre i nonni sono usciti da un mondo fatto troppo spesso di isolamento e solitudine e hanno avuto modo di valorizzare le proprie esperienze di vita insegnando ai bambini e raccontando loro le storie del passato.
Anche i bambini, i genitori e i nonni hanno detto la loro nel corso della serata.
È emerso allora che le attività preferite dai bambini sono state la costruzione degli origami e la preparazione di passatelli e cappelletti.
I genitori hanno valorizzato, di questa esperienza, soprattutto la grande risorsa rappresentata dai nonni, con cui i bambini «hanno potuto fare cose che noi non abbiamo più il tempo di fare» e grazie ai quali hanno avuto modo di approfondire la conoscenza di tradizioni, canzoni, ricette e anche del dialetto romagnolo, tutte chiavi importanti per un’integrazione reale e per la preservazione di saperi che rischierebbero di andare perduti; costruire i giocattoli di una volta ha poi dato la possibilità ai genitori di far conoscere ai bambini anche giochi analogici e «che non esiste solo il touch screen».
Molto divertente l’aneddoto raccontato da un padre che, chiedendo alla figlia “ma chi credi che comandi in questa casa?” si è sentito rispondere “Il Sindaco!”, poiché la mattina i bambini avevano visitato la residenza comunale.
Gli ultimi a parlare sono stati i nonni anziani: «i bambini ci hanno dato tanta soddisfazione».
La presentazione si è conclusa con un piccolo spettacolo preparato da tutti i protagonisti del progetto, che hanno cantato le canzoni della tradizione romagnola: Romagna Mia, Bèla burdèla frésca e campagnòla e Romagna e Sangiovese.
Un tale entusiasmo da parte di tutti non poteva che portare alla promessa di riprendere il progetto anche per il prossimo anno scolastico.