DICHIARAZIONE DELL’OSSERVATORIO PARI OPPORTUNITÀ
E POLITICHE DI GENERE DI AUSER NAZIONALE
«Lo Stato non può tradire le donne due volte, prima esortandole a denunciare e poi archiviando le denunce, o peggio, a depenalizzare il reato di stalking». La denuncia arriva da Loredana Taddei, Responsabile nazionale delle Politiche di Genere di Cgil, Liliana Ocmin, Responsabile del coordinamento nazionale donne Cisl e da Alessandra Menelao, Responsabile nazionale dei centri di ascolto della Uil. Le tre sindacaliste segnalano di avere scoperto che «nella legge di riforma del codice penale, approvata il 14 giugno 2017, si prevede l’introduzione di un nuovo articolo: il 162 ter, che prevede l’estinzione dei reati a seguito di condotte riparatorie. Uno di questi reati è lo stalking. Senza il consenso della vittima l’imputato potrà estinguere il reato pagando una somma se il giudice la riterrà congrua, versandola anche a rate». «Si presume – aggiungono – che la legge sia estesa a tutti i reati contro la persona che prevedono una pena di 4 anni di condanna. Un’assurdità di una gravità assoluta, peraltro, in totale contrasto anche con la Convenzione di Istanbul».
Alla luce di queste dichiarazioni, l’Osservatorio P.O. e Politiche di Genere Auser chiede che venga fatta chiarezza al più presto, escludendo esplicitamente il reato di stalking da quelli per cui è prevista la condotta riparatoria, correggendo la norma contenuta nella riforma del codice penale da poco approvata in Parlamento. ”La persecuzione inflitta ad una donna dallo stalker – sottolinea Vilma Nicolini- responsabile dell’Osservatorio Auser Pari Opportunità e Politiche di Genere – non può essere equiparata ad una semplice lesione materiale, dando un ulteriore duro colpo alle donne vittime di minacce e molestie, che in questo modo perderebbero ulteriormente fiducia nelle istituzioni e si sentirebbero ancora più sole”.