Calano i posti disponibili da 417 a 341: saranno chiuse quattro residenze di accoglienza
A partire dall’1 aprile 2018 entrerà in vigore la nuova convenzione tra l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, l’Asp dei Comuni della Bassa Romagna e la Prefettura di Ravenna per il servizio di accoglienza richiedenti protezione internazionale nel territorio della Bassa Romagna.
Le principali novità riguardano la diminuzione complessiva dei posti dedicati all’accoglienza, che passano da 417 a 341 e le conseguenti modifiche nel numero e nella composizione dei siti stessi assegnatari.
In particolare, verranno chiuse quattro residenze di accoglienza: una nel centro di Lugo (per 12 posti), una a Villa San Martino (7 posti), una nella frazione di Budrio di Cotignola (20 posti) e una nella frazione di Taglio Corelli di Alfonsine (18 posti).
Restano attivi 19 siti, dislocati all’interno del territorio della Bassa Romagna, per una accoglienza complessiva, alla data odierna, di 336 richiedenti protezione.
Nell’adeguamento ai nuovi numeri previsti dalla convenzione sono stati effettuati alcuni spostamenti dei richiedenti, tenendo conto sia delle indicazioni della Prefettura (trasformazione di un sito nel comune di Lugo da accoglienza maschi adulti ad accoglienza donne singole e/o con bambini), sia dei progetti di volontariato, di inserimento formativo e professionale avviati con i richiedenti stessi; questo per garantire la continuità e il potenziamento delle azioni svolte dai gestori per l’integrazione dei richiedenti nel tessuto sociale della comunità che li ospita.
“La scelta dell’Unione di gestire direttamente la questione, attraverso la propria Asp, ha consentito di sviluppare sui territori un’accoglienza diffusa – ha sottolineato Luca Piovaccari, presidente dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna -. A fronte del calo degli arrivi, possiamo così continuare a muoverci secondo questa logica evitando repentine concentrazioni dell’accoglienza sui diversi siti distribuiti sulla Bassa Romagna, a garanzia di una migliore convivenza con le comunità ospitanti”.