Il legame che si crea tra gli anziani e i cani aiuta ad alleviare gli effetti dell’Alzheimer
Grazie a un’offerta di un privato cittadino, la Casa Residenza Anziani Tarlazzi-Zarabbini di Cotignola sta preparando un’attività sociale di pet therapy: una terapia dolce e inclusiva, basata sull’interazione tra uomo e animale. Si occuperà del progetto la ditta King Dog di Sant’Agata sul Santerno (RA), gestita da Irene Zamboni, professionista del settore con un Master in Terapie assistite e coadiuvate da animali conseguito presso la Facoltà di Veterinaria dell’Università degli Studi di Pisa.
Sono in programma due cicli, uno per aprile-maggio e uno per ottobre novembre; ogni sessione conterà 10 appuntamenti settimanali a cui parteciperanno fino a quattro cani addestrati a questo tipo di attività. Previa il consenso delle famiglie, verranno formati dei gruppi ristretti di anziani con caratteristiche comuni, in prevalenza ospiti affetti da Alzheimer in forma lieve, moderata o grave.
“L’Alzheimer è una malattia molto diffusa, con casi anche molto seri – racconta Greta Ghetti, coordinatore responsabile della CRA Tarlazzi-Zarabbini -. Non possiamo risolvere la patologia ma possiamo alleviarla, portare un po’ di pace e di emozioni positive a chi ne soffre. In questo, la pet therapy è uno strumento efficace e bellissimo, che abbiamo già sperimentato con ottimi risultati”.
La vicinanza di un cane instaura all’istante un legame emotivo e autentico, che riesce a stimolare sentimenti e ricordi profondi. Le attività da svolgere sono molteplici: accarezzare e coccolare gli amici a quattro zampe, porgere loro piccoli oggetti o biscotti, passeggiare portandoli al guinzaglio. Così si può percepire la morbidezza del pelo, il calore del corpo e del respiro: stimoli capaci di oltrepassare i deficit neurologici e arrivare dritti al cuore. Poi ci sono attività più strutturate, in cui si gode della compagnia del cane per favorire rilassamento e conversazione. Si impartiscono ordini semplici, si condividono ricordi di esperienze passate.
“La quotidianità di un anziano è spesso caratterizzata da noia e rassegnazione e non sempre le attività consuete riescono a scalfire il senso di assenza – confida Greta -. Ma l’affetto incondizionato di un compagno animale riesce a superare queste barriere. Abbiamo visto visi illuminarsi come non avevano mai fatto prima, occhi e sorrisi tornare ad accendersi. Ed è davvero qualcosa di straordinario”.