Emigrò in argentina nel 1927 per sfuggire alle persecuzioni fasciste
Silvia, Gabriela e Beatriz ricevute in municipio
Sabato 6 ottobre il sindaco di Cotignola Luca Piovaccari ha ricevuto in municipio Silvia, Gabriela e Beatriz Francesconi, nipoti di Sante Francesconi, cotignolese che nel lontano 1927 emigrò in Argentina per sfuggire alle persecuzioni fasciste. L’anno dopo lo raggiunsero la moglie Rosa Parra insieme alle figlie Barberina, Santina e al figlioletto Giovanni, di soli sei anni, di cui le tre donne sono figlie.
Ad accompagnarle nel cordiale incontro c’erano diversi parenti italiani, che le hanno ospitate nel loro soggiorno in Romagna, durante il quale le signore hanno potuto visitare la cittadina culla degli Sforza e partecipare alla Sagra del vino, apprezzando in particolar modo i cappelletti.
Silvia, Gabriela e Beatriz, che hanno tuttora la doppia cittadinanza italiana e argentina, vivono a Buenos Aires, dove il nonno trovò lavoro da ebanista e il padre da meccanico, e subito hanno riscontrato la diversità dei ritmi di vita, delle distanze sia geografiche che interpersonali tra la loro megalopoli di dodici milioni di abitanti e la piccola realtà cotignolese, così conviviale da essere definita “Hermosa!”, cioè bella. Hanno ascoltato con attenzione il racconto del sindaco, dal medioevo passando per le vicissitudini durante la Seconda guerra mondiale, fino ai giorni nostri con i tanti eventi culturali e ricreativi che contraddistinguono Cotignola.
“Siamo felici di conoscere il luogo dove è nato nostro padre, che ci ha trasmesso gran parte dei costumi di questo posto e ci ha fatto sentire come a casa – hanno dichiarato le tre sorelle -. Grazie per averci dato questa opportunità di trascorrere del tempo in vostra compagnia”.
“È stato un incontro molto piacevole e cordiale – ha dichiarato il sindaco Luca Piovaccari -. Dalle loro parole abbiamo percepito quanto fosse forte il legame del loro nonno e del loro padre con la loro terra d’origine e quanto fosse stato emozionante per loro assaporare direttamente la cultura e le tradizioni di cui avevano sempre sentito parlare”.
L’incontro è terminato con le foto di rito e la consegna di pergamene ricordo e di alcuni graditi piccoli omaggi.