Il nostro viaggio [per me il primo come capo-gruppo dell’AuserViaggi di Lugo] è iniziato con 2 ritiri (motivatissimi!!!) e 2 rinvii forzati nella partenza … e si è concluso con quasi tutti febbricitanti con tosse e raffreddore, una volta tornati alla propria dimora!!! Ma …lo spirito di Istanbul è insopprimibile e va oltre ad ogni tentativo di fermare chi la vuol visitare per la prima volta, per la seconda … per la decima: quante moschee visiteremo? Ed in ognuna ci si deve togliere le scarpe? Eravamo tutti pronti ma la Moschea del Principe non ci ha fatto entrare. Sarà per un’altra volta (!); abbiamo in programma il Palazzo Topkapi, la Basilica di Santa Sofia [Aya Sofya], la Moschea Blu con i suoi sei minareti (anche se purtroppo per lavori in corso non abbiamo potuto vedere le 20.000 piastrelle decorate da tulipani blu ed illuminate da immensi lampadari concentrici), la Piazza dei Cavalli [dove il vento è gelido!]. Certo ci vuole una buona dose d’immaginazione per riconoscere nell’immenso spazio di piazza Sultanahmet, l’ippodromo romano; oggi di quell’epoca restano soltanto un obelisco egizio ed un cippo in marmo da cui venivano misurate tutte le distanze. Ed infine il Grand Bazaar. Qui non è solo una questione di dimensioni: per storia, atmosfera e “oggetti del desiderio” il Grand Bazaar non ha paragoni al mondo. Fra le tante sue attrattive posso ricordare i negozi di abbigliamento in pelle, gli scialli di seta e cachemire, quelli dove si vendono stampe, miniature, e calligrafie islamiche, ed ancora i negozietti che propongono bellissime ceramiche, sfiziose borse e bijou per tutti i gusti …un altro bazar, molto più frequentato dai locali, è quello dove si vendono spezie, miscele di tè, frutta secca e dolci tradizionali ma io non l’ho visto.
Dopo l’immagine del Bosforo-centro storico-quartieri antichi, Istanbul si è creata una nuova immagine ed ha iniziato a pensarsi come una metropoli, come una “capitale-casmopolita” in piena espansione! Le ruspe, quindi, fanno sparire i quartieri popolari e degradati, troppo vicini al Centro monumentale per far nascere interi nuovi quartieri, forse un po’ anonimi ma sicuramente moderni e dotati di ogni comfort. Di fronte, si apre il Bosforo che si allarga nel Mar di Marmara. Sfilano pezzi di storia, c’è il Palazzo degli ultimi sultani in cui decise di morire anche Mustafa Kemal Ataturk e di fronte, sull’altra sponda, il palazzo di un’importante architetto che ha riempito le coste di lussuose residenze estive per diplomatici e vip ottomani. E così, scivolando sull’acqua, si possono ammirare le tradizionali residenze ottomane immerse in giardini risorti e pronti a raccontare nuovamente la loro incredibile storia.
Altro giorno, altra partenza …e finalmente ad Efeso c’è il sole …ci voleva un po’ di tregua! Nessun luogo al mondo ha un passato così ricco di eventi leggendari o è stato protagonista di circostanze che hanno cambiato il corso della storia …teatri, stadi, templi, fontane, biblioteche. Le metropoli in riva all’Egeo avevano un unico scopo: il piacere dei loro abitanti. Così, oltre ai monumenti, è possibile osservare anche la morfologia di un territorio bellissimo con declivi e terrazzamenti che scendono verso il blu del mare. Bellissimo …ma nel pomeriggio siamo a Pammukale ed una pioggerillina fastidiosa vuole avere la parola definitiva… per fortuna l’hotel Richmond ha una piscina ed io ho un costume: il gioco è fatto!!!
1° aprile si parte per Konya e la Cappadocia …siamo tutti emozionati ed il tempo abbastanza buono ci sembra bellissimo, le aspettative per il giorno successivo sono molto alte. Visita alla tomba del fondatore dei Dervisci, al Caravanserraglio di Sultanhani ed al centro commerciale difronte …il tutto sempre in attesa della conferma che il giorno dopo si …vola!!!
Eccoci ad una nuova giornata ma il tempo è inclemente: visita alle chiese rupestri di Goreme ed ai camini delle fate di Passabag, nel pomeriggio ci aspetta la città sotterranea di Ozkonak poi Avcilar ed infine Uchisar …ma il nostro pensiero è rivolto al volo delle mongolfiere … ma arriva di nuovo la smentita. Per consolarci Gian ci porta ad assistere ad uno spettacolo fra cui c’è una brasiliana, trapiantata in Turchia da anni, che esegue una sorta di danza dei dervisci ed una specie di danza del ventre. E piove!!!
Al mattino successivo si riparte ma dal momento che non si vola (le case ed i minareti del villaggio di Uchisar unitamente a pinnacoli di tufo con labirinti di cappelle nei quali si aprono cavità ed abitazioni …ci sono mancati), dormiamo un poco di più e dopo una sosta a Tuz Golu, il lago salato frequentato soprattutto dai fenicotteri, ed una visita al Centro Commerciale del Lago ci dirigiamo verso Ankara, la capitale della Repubblica: visita al Museo delle Civiltà Anatoliche, che inizia con due pilastri a T, più larghi che spessi, con tracciati, in un’epoca in cui la ruota non esisteva ancora, volpi, cinghiali, uccelli.
Siamo arrivati al giovedì 4 aprile, giorno della partenza, ma Gian [nonostante anche su di lui abbia fatto breccia il virus …?!?… influenzale] ci porta nella mattinata a visitare il Mausoleo di Mustafa Kemal Ataturk dove riposano le spoglie del padre della patria. Il mausoleo è maestoso ma a suo modo sobrio, si trova in posizione elevata e lo si raggiunge percorrendo un viale pedonale, fiancheggiato da leoni di pietra. Questo viale sbocca in un grande piazzale chiuso su tre lati da un porticato, la disadorna facciata del quarto lato, il mausoleo vero e proprio, in perfetto stile turcomoderno, dieci colonne squadrate, con blocchi di travertino: nella sala d’onore, fra marmi e mosaici, un enorme sarcofago …ma è ora di salutare autista e guida, poi in aeroporto.
Milena