Ad Ancona un progetto di solidarietà che unisce le differenze
Annabel, Loveth e Happy, sono tre donne che vengono dal Mozambico salvate dalla tratta e dallo sfruttamento grazie all’associazione Free Woman. Sono brave a realizzare i tradizionali copricapi colorati, non un semplice accessorio, nella cultura del loro Paese è un simbolo di eleganza e di fierezza. E’ questo l’inizio di una storia a lieto fine, una storia di donne che aiutano altre donne.
Un gruppo di volontarie della sartoria della solidarietà Auser di Collemarino: Marta, Clara, Rossella, Egle, Concetta, Lidia, Rosanna, sarte esperte alcune con più di 80 anni, si sono messe a disposizione delle ragazze del Mozambico per aiutarle a confezionare questi bellissimi copricapi colorati. Così nasce il progetto che porta questi originali cappelli all’interno della Pink Room spazio nato nel reparto di oncologia dell’Ospedale Torrette di Ancona, per dare un aiuto alle donne colpite dal cancro al seno e che stanno facendo chemioterapia.
Grazie all’impegno dell’Assessore ai servizi sociali del Comune, Dott.ssa Emma Capogrossi, e delle associazioni Free Woman e Auser, è nato un progetto unico nel suo genere, che coniuga perfettamente la tradizione di una nazione lontana, il Mozambico, con la tradizione manifatturiera tipica Italiana, a favore della solidarietà verso le donne che sono colpite dal cancro.
Ed è così che Annabel, Loveth e Happy insieme a Marta, Clara, Rossella, Egle, Concetta, Lidia e Rosanna confezionano e aiutano a cucire questi cappelli anche all’interno della Pink Room dell’ospedale. Una piccola grande storia di coraggio, solidarietà e dignità.
Donne che aiutano altre donne al di là dell’età e delle differenze culturali. Tutte unite per dare sostegno ad altre donne che stanno lottando per la propria vita.