Tour guidato e intervista alla Dott.ssa Tiziana Giangrandi
a cura di Deborah Ugolini
Lo scorso 27 aprile, al termine di un lungo periodo di ristrutturazione, c’è stato il taglio del nastro per le nuove aree restaurate del Museo San Rocco di Fusignano, che ritorna a dare lustro al paese grazie ad un’organizzazione innovativa degli spazi e al ripristino dell’antico portico settecentesco. Tiziana Giangrandi, responsabile cultura del Comune di Fusignano, mi ha accompagnata in un emozionante tour guidato, all’interno di questi spazi che uniscono magistralmente l’arte e la storia.
Le prime notizie di questo edificio sono contenute in un atto notarile del 1517, ma la data di costruzione è sicuramente precedente. Lo stabile fu fondato dalla famiglia Corelli e nasce come ospedale dei poveri e dei pellegrini, una sorta di ostello dove i pellegrini venivano rifocillati durante il viaggio; probabilmente Fusignano era sulla rotta di uno dei pellegrinaggi verso Roma.
Verso la fine del 1700 le cose avevano preso una piega un po’ diversa e da ostello l’edificio si era trasformato quasi in bordello, ricettacolo di banditi e persone di malaffare. I Corelli allora chiesero di cambiarne la destinazione, facendolo diventare un vero e proprio ospedale a cui avessero accesso anche i fusignanesi. Nel 1796 c’è anche una ristrutturazione che amplia i locali, mettendo a disposizione nuove camere per i malati.
Alla fine del 1800, con l’Unità d’Italia e il declino del potere dei Corelli, la proprietà passa alla Congregazione di Carità e l’edificio viene nuovamente ristrutturato anche dal punto di vista architettonico. L’appalto fu dato ad un capomastro di Cotignola che fu premiato per aver concluso i lavori prima del tempo. Da questo momento fino agli anni 80 del ‘900 resterà sempre ospedale. Negli anni ’90 il Comune ha acquisito questa parte di edificio dall’Ausl per adibirla a museo, mentre la parte rimanente ospita tuttora l’RSA e gli ambulatori.
Al piano terra ci sono le quattro sale dedicate alle targhe devozionali, che con la ristrutturazione sono state leggermente ridotte per poter ripristinare il portico; contemporaneamente sono però stati recuperati spazi inutilizzati al piano superiore, quindi la superficie espositiva è più che raddoppiata.
Le targhe devozionali esposte appartengono quasi interamente alla collezione donata da un antiquario di origine fusignanese, il Professor Baroni, che consisteva in oltre 150 pezzi; successivamente, per un processo di imitazione ed emulazione, sono state donate altre targhe fino a raggiungere i circa 200 pezzi, la maggior parte dei quali esposti.
Le targhe devozionali, quasi sempre fatte in serie, mediante stampi, venivano apposte nelle case, agli ingressi o sopra le porte delle stalle, o ancora in nicchie e cappellette lungo le strade, a Fusignano si chiamano “pilastrini”, ma hanno nomi diversi; si trovano spesso agli incroci e sono tradizioni religiose che si sono sovrapposte a quelle pagane.
Cominciamo il tour dalla prima sala dove sono esposte le targhe romagnole, in particolare quelle della fabbrica faentina dei Freniani, ed emiliane, dove è presente la più antica targa datata, che è del 1660. Nella seconda sala ci sono le “madonne” dell’area toscana, dove spiccano le meravigliose ceramiche Ginori. Nella terza troviamo l’area di Montelupo, sempre in Toscana, tre pezzi particolarissimi provenienti da Francia, Spagna e Sicilia e una teca, allestita dalla scuola d’arte ceramica di Faenza, che mostra il processo di creazione di una targa devozionale. Nell’ultima sala sono esposte le opere della zona di Deruta, qualche pezzo donato dai fusignanesi e quella che può essere considerata il primo pezzo della collezione, ovvero l’insegna originale dell’ospedale San Rocco, del Diciottesimo secolo.
Il piano terra del museo, in linea con l’idea originale che ha accompagnato la nascita di questo edificio, continua dunque a rivolgere il proprio intento alla pietà e alla misericordia verso gli altri, proprio grazie alle targhe votive.
Al piano superiore invece, l’intento è stato quello di restituire una parte di patrimonio comune ai fusignanesi, molti dei quali sono nati proprio in quelle stesse sale, unendo l’arte con la storia.
Le due grandi stanze degli uomini e delle donne ospiteranno allestimenti e mostre temporanee, la sala delle donne, grazie all’inserimento di una cassa armonica sotto al pavimento, potrà essere utilizzata anche per concerti acustici.
I nuovi spazi recuperati con l’ultima ristrutturazione invece, ospitano le opere dei tre grandi artisti di Fusignano, Francesco Verlicchi, Raoul Vistoli e Luigi Annibale Bergamini, in un allestimento semipermanente. Su tutta la facciata del perimetro interno, invece, è stato ricreato un percorso che racconta, per oggetti e immagini, la storia di Fusignano e degli episodi più significativi della sua storia, in una commistione di emozioni che rende l’esperienza davvero unica. L’intenzione era quella di rendere fruibili la bellezza delle opere, localizzandole territorialmente in una sorta di “siamo qui”, ma raccontando anche “ci siamo arrivati in questo modo”.
Il museo è interamente accessibile a chiunque grazie ad un montacarichi che permette di raggiungere agilmente anche il piano superiore. Soprattutto in questi frangenti sono utili i volontari Auser, che svolgono presso le sale del Museo, servizio di sorveglianza durante le aperture ordinarie e straordinarie. Il rapporto con i volontari è eccezionale, è grazie a loro che è possibile tenere aperto, far vedere e far vivere questo luogo.
Dopo la pausa estiva il Museo riapre i battenti l’8 settembre, in occasione della festa del Paese, riproponendo al pubblico questa nuova sezione che ancora non tutti hanno avuto occasione di vedere.
Il Museo Civico San Rocco Targhe devozionali
è a Fusignano in Via Monti 5
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Orari di apertura:
sabato dalle 15:00 alle 18:00
domenica e festivi dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 18:00
Per prenotare visite guidate oltre gli orari indicati
URP Fusignano – 0545 955 653
Museo – 0545 516 21