Venerdì 10 aprile il sindaco Davide Ranalli sarà, da solo,
davanti al monumento al 1st Jaipur Infantry
Tra pochi giorni ricorrerà il 75esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria per il Covid-19, purtroppo non si svolgeranno le tradizionali cerimonie per ricordare il 10 aprile, data che ricorda l’impresa dei soldati indiani che per primi entrarono a Lugo nel 1945, e il 25 aprile.
Il sindaco di Lugo Davide Ranalli a nome di tutta l’Amministrazione comunale intende ricordare questa ricorrenza anche se in modo diverso rispetto agli anni precedenti. Per questo, venerdì 10 aprile il primo cittadino sarà, da solo, davanti al monumento al 1st Jaipur Infantry, situato all’angolo tra via Mentana e viale Europa. Il sindaco Ranalli ha voluto spiegare in una lettera aperta alla cittadinanza le ragioni di questa decisione.
“In questi giorni sospesi stiamo inaspettatamente scrivendo un brano della nostra storia – spiega nella lettera -. Nel contempo, ricorre per la 75esima volta un altro momento importante, ma diversamente da com’è stato finora, oggi siamo obbligati a cambiare il modo di ricordare la storia di ieri. Il 10 aprile è sempre stata la data laica più importante dell’anno, il giorno più celebrato e che continueremo a celebrare. Oggi lo faremo diversamente e magari anche più consapevolmente, perché gli avvenimenti di quel giorno lontano ci permettono di vivere anche le difficoltà di oggi, che non ricorderemo in una data altrettanto precisa”.
“Anche quest’anno – continua Ranalli nella lettera che sarà pubblicata sul sito del Comune – così significativo per la nostra città e per il mondo intero, abbiamo il dovere di ricordare. Lo farò da solo ma per tutti. Venerdì mattina sarò in raccoglimento davanti al monumento che ricorda i caduti delle truppe indiane che liberarono Lugo, così come qualche giorno fa in piazza ho ricordato i morti di questa emergenza. Lo stesso gesto sottolinea il legame tra le vittime di quella guerra e di questa emergenza, un significato profondo che la storia ci consegna”.