Gli immigrati sono persone che si spostano in un altro mondo. Faccio un esempio.
Io vengo dal Senegal e mi sono spostata in un altro mondo perché lì’ c’è la guerra.
Gli africani viaggiano in mare per venire in Europa, con delle barche non adatte perché la barca si potrebbe rompere e le persone potrebbero morire. Tutte quelle persone, addirittura bambini, vederli in quelle barche mi mette tristezza.
Ho uno zio che è venuto qua attraversando il mare solo perché in Senegal non si vive bene. All’inizio non ci credevo, avevo paura che morisse. Quando era in Libia ci hanno telefonato che era prigioniero. Mio zio ha fatto di tutto per fuggire. Adesso che è qua con noi, può lavorare ed aiutare la famiglia ed io sono fiera di lui.
La cosa che mi mette rabbia sono quei libici che torturano gli immigrati.
Io penso che Primo Levi abbia ragione quando scrive: «Gli immigrati sono uomini come noi, uomini identici a noi. Non è tollerabile che questo sia il destino. Meditate che questo è stato. Vi comando queste parole, scolpitele nel vostro cuore: sì, questo è un uomo».