Nasce la Rete associativa nazionale dell’Auser
persona e territorio al centro dell’azione solidale
persona e territorio al centro dell’azione solidale
X Congresso Nazionale
Roma centro Congressi Frentani – 18 e 19 novembre 2021
Venerdì 19 novembre si sono chiusi i lavori del X Congresso Nazionale Auser con l’elezione di Domenico Pantaleo come nuovo presidente nazionale, succede ad Enzo Costa giunto dopo otto anni al termine del suo secondo mandato.
Nato a Milano nel 1954, Pantaleo inizia la sua esperienza sindacale nel 1977 come responsabile della lega Filtea di Putignano (Bari) in una fase di duro scontro per affermare il rispetto del contratto nazionale e per superare le condizioni di sfruttamento e di lavoro nero. Successivamente viene eletto prima Segretario generale della Filtea di Bari per poi essere chiamato a ricoprire la carica di Segretario generale regionale. Nel 1989 entra nella Segreteria regionale della Fillea. Nel 1992 entra invece nella Segreteria della Cgil Puglia con l’incarico di responsabile della contrattazione e delle politiche industriale diventando nel 2000 Segretario generale. Nel 2008 viene eletto Segretario generale della Flc nazionale. Conclusi gli otto anni di mandato viene chiamato a lavorare nel dipartimento welfare della Cgil nazionale, per poi entrare nella Segreteria dello Spi Cgil Nazionale. Dal 29 marzo di quest’anno era membro della presidenza nazionale Auser.
“Con questo Congresso e con la successiva iscrizione al Runts (registro unico del Terzo Settore), nasce la Rete associativa nazionale dell’Auser – ha sottolineato Pantaleo nella relazione programmatica – È il riconoscimento della nostra forte identità costruita in trentadue anni di attività sociale dedicata alle persone fragili e in particolare agli anziani, è l’affermazione di una visione del volontariato e della promozione sociale che si rivolge ai bisogni dell’intera comunità che si candida ad affiancare, sempre in maniera sussidiaria, la pubblica amministrazione nella realizzazione di un nuovo welfare comunitario.
Essere rete significa costruzione di relazioni e partnership tra chi condivide interessi e scopi comuni per affrontare al meglio le sfide. Fare rete nazionale significa responsabilità di ognuno nel garantire attraverso un processo collettivo e partecipato di raggiungere gli obiettivi condivisi. La rete può essere uno strumento fondamentale per allargare la presenza nel territorio.”
“Valorizzare il lavoro fatto è sempre la premessa per guardare al futuro con ottimismo nella consapevolezza che possiamo giocare un ruolo decisivo per cambiare il modello economico e sociale. In un mondo dove tutto diventa effimero essere portatori di istanze concrete per migliorare la vita e la dignità delle persone rappresenta una alternativa agli egoismi e all’indifferenza verso i più deboli. Lo hanno compreso tanti giovani che sia attraverso il servizio civile che con le tante forme di volontariato si sono messi a disposizione dell’Auser durante la pandemia per non lasciare sole e abbandonate le persone più anziane. Quel patrimonio può essere importante per il futuro dell’Auser per rafforzare e qualificare la presenza dei nostri volontari e nelle tante attività di solidarietà e comunitarie costruire sul campo una unità intergenerazionale sconfiggendo chi invece le divisioni e il conflitto tra generazioni”
Pantaleo ha ribadito inoltre il concetto che da sempre accompagna l’azione di Auser: l’anziano risorsa e valore della società:
Pantaleo ha ribadito inoltre il concetto che da sempre accompagna l’azione di Auser: l’anziano risorsa e valore della società:
“La nostra è una società che invecchia ma il fenomeno coinvolge tanti Paesi Europei.
Ai processi di invecchiamento bisogna rispondere prima di tutto con una approccio culturale molto diverso dal passato. Invecchiare deve essere considerata una opportunità per soddisfare la propria voglia di vivere attivamente e non come esclusione perché non si è più produttivi. Una società che invecchia rapidamente ha bisogno di soluzioni efficaci per mantenere in buona salute le persone anziane.
Gli anziani vanno considerati una risorsa a disposizione della società favorendo la possibilità di mettere a disposizione il proprio tempo da dedicare agli altri e allungando la vita attiva. Bisogna affermare la cultura della cura che significa migliorare il benessere delle persone attraverso il diritto alla salute. Bisogna quindi ripensare radicalmente il modello socio sanitario con servizi territoriali di prossimità sempre più personalizzati partendo dall’individuazione dei bisogni per adeguare l’offerta e non viceversa.
Servono risposte integrate attraverso i piani di zona e programmi di attività territoriali e le case di comunità devono essere il punto di accesso all’assistenza di prossimità con interventi multidisciplinari coordinandole con i servizi territoriali.
E’ urgente una legge sulla non autosufficienza che ne riconosca la specificità, sostenuta da risorse adeguate, come una grande sfida per cambiare il sistema rafforzando e innovando tutte quelle attività che possano prevenire il peggioramento della propria salute. Anche agli anziani bisogna garantire l’autodeterminazione nel scegliere come vivere gli ultimi anni della propria vita. Per le persone che invecchiano, soprattutto se non autosufficienti, l’alternativa non può essere tra badantato o case di riposo ma bisogna offrirgli la possibilità di invecchiare a case propria con una adeguata assistenza domiciliare, migliorando i contesti abitativi e facendo della rigenerazione urbana una opportunità per rafforzare il loro legame con la propria comunità e i propri affetti. Non bisogna mai dimenticare che per le persone anziane la socialità è vita perché il dramma della solitudine è anch’esso un fattore che contribuisce a peggiorare le condizioni di salute.”
Ai processi di invecchiamento bisogna rispondere prima di tutto con una approccio culturale molto diverso dal passato. Invecchiare deve essere considerata una opportunità per soddisfare la propria voglia di vivere attivamente e non come esclusione perché non si è più produttivi. Una società che invecchia rapidamente ha bisogno di soluzioni efficaci per mantenere in buona salute le persone anziane.
Gli anziani vanno considerati una risorsa a disposizione della società favorendo la possibilità di mettere a disposizione il proprio tempo da dedicare agli altri e allungando la vita attiva. Bisogna affermare la cultura della cura che significa migliorare il benessere delle persone attraverso il diritto alla salute. Bisogna quindi ripensare radicalmente il modello socio sanitario con servizi territoriali di prossimità sempre più personalizzati partendo dall’individuazione dei bisogni per adeguare l’offerta e non viceversa.
Servono risposte integrate attraverso i piani di zona e programmi di attività territoriali e le case di comunità devono essere il punto di accesso all’assistenza di prossimità con interventi multidisciplinari coordinandole con i servizi territoriali.
E’ urgente una legge sulla non autosufficienza che ne riconosca la specificità, sostenuta da risorse adeguate, come una grande sfida per cambiare il sistema rafforzando e innovando tutte quelle attività che possano prevenire il peggioramento della propria salute. Anche agli anziani bisogna garantire l’autodeterminazione nel scegliere come vivere gli ultimi anni della propria vita. Per le persone che invecchiano, soprattutto se non autosufficienti, l’alternativa non può essere tra badantato o case di riposo ma bisogna offrirgli la possibilità di invecchiare a case propria con una adeguata assistenza domiciliare, migliorando i contesti abitativi e facendo della rigenerazione urbana una opportunità per rafforzare il loro legame con la propria comunità e i propri affetti. Non bisogna mai dimenticare che per le persone anziane la socialità è vita perché il dramma della solitudine è anch’esso un fattore che contribuisce a peggiorare le condizioni di salute.”
Pantaleo ha sottolineato come l’Auser debba essere protagonista del cambiamento e della costruzione di un nuovo modello di sviluppo. Transizione ecologica, digitale e inclusione sociale sono i grandi obiettivi strategici e il terzo settore può dare un contributo importante nel tenere uno stretto legame tra di essi perché serve una visione d’assieme.
“Una rinnovata visione sociale per l’Auser significa dare seguito a una storia di umanità a favore delle persone più fragili e indifese – ha concluso il nuovo presidente Auser – La rete Auser è una comunità solidale dove lo stare insieme può dare una risposta e voce a tante persone a cui dobbiamo riconsegnare dignità e un senso della propria esistenza. In fondo per questo siamo nati e sono convinto con il contributo di tutti continueremo a percorrere la strada di un futuro di solidarietà”.
Tutti i materiali del X Congresso Nazionale sul sito www.auser.it