UN GIORNO AL MUSEO
Intervista a Giorgio Assirelli, Segretario Generale del
MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE in FAENZA
Dal 2011 è annoverato tra i “monumenti UNESCO testimoni di una cultura di pace”, quale “espressione dell’arte
ceramica nel mondo”, ha circa 35.000 visitatori all’anno e si sviluppa su una superficie di 16.645 metri quadri . Stiamo parlando del M.I.C., il Museo Internazionale delle Ceramiche, fiore all’occhiello non solo della città di Faenza, ma di tutta la Regione, per non dire forse di tutto il Paese, gestito, dal 2001 dalla Fondazione M.I.C. Onlus, costituita da Enti pubblici e privati.
Lo chiamiamo in causa perché anche qui, come in tantissime realtà museali della nostra Provincia, i volontari Auser sono protagonisti attivi come guardiani dei preziosi beni cus
toditi al loro interno.
Abbiamo allora approfittato di questa collaborazione per intervistare il Segretario Generale del M.I.C, Giorgio Assirelli, che ci ha raccontato qualcosa di più di questo imperdibile centro culturale conosciuto in tutto il mondo.
Il Museo è stato fondato nel 1908 da Gaetano Ballardini, a cui è stata in seguito dedicata la Scuola d’Arte Ceramica, ed è nato grazie alle prime donazioni di opere ceramiche da parte di aziende presenti alla Esposizione Internazionale dedicata ad Evangelista Torricelli, che nel 1908, a Faenza, ospita i prodotti di molte manifatture italiane ed europee; a partire da questo momento e per tutta la sua vita successiva, le raccolte presenti al suo interno si sono accresciute e sono state esposte al pubblico quasi esclusivamente grazie a diverse donazioni di varia entità e tipologia. Ad un primo nucleo di ceramiche del tempo si aggregarono infatti raccolte di antichità da parte di diversi collezionisti, sia opere complete, sia frammenti. Una delle donazioni più interessanti consiste in una serie di frammenti di ceramiche islamiche, donate nel 1929 dal Dott. Martin, un diplomatico svedese che seguiva gli scavi di Fustat in Egitto. Per citarne qualcuna più recente, invece, negli ultimi decenni sono pervenute una collezione di oltre 1.200 opere da parte di Galeazzo Cora, e un lascito testamentario di Angelo Fanfani costituito, tra l’altro, da oltre 160 opere eccezionali.
Con oltre 45.000 opere e 3.000 casse di materiale frammentario, di cui circa il 20% esposte nelle varie sale, il M.I.C. è in grado di testimoniare, attraverso la ceramica, gli ultimi 7.000 anni di diverse civiltà provenienti da tutti i continenti. I reperti più antichi sono quelli dell’area mesopotamica risalenti al IV millennio a.C. e dell’Egitto predinastico, si passa poi dalle opere delle civiltà islamiche, alle ceramiche dell’Estremo Oriente, con pezzi provenienti da Cina, Giappone, Corea e Vietnam, alle ceramiche precolombiane, suddivise per area di produzione (Sudamerica, Centroamerica) e cronologia di produzione (civiltà Azteca, Inca, ecc…), arrivando naturalmente alla Grecia Classica e alle ceramiche etrusche e romane; il viaggio nel tempo prosegue allora in Europa con le ceramiche dal medioevo a oggi, tra cui una notevolissima raccolta del periodo rinascimentale, per poi approdare alla grande raccolta di opere contemporanee, tra le quali spiccano lavori di Picasso, Matisse, Chagall, Fontana e tanti altri.
Questo patrimonio artistico tuttavia non esaurisce le potenzialità di un luogo che ad oggi è molto più che un semplice museo. Il M.I.C. annovera infatti nel proprio patrimonio culturale l’Archivio Storico notificato, gli archivi fotografici delle raccolte ceramiche (oltre 90.000 documenti quali foto b/n, diapo ed ektacrome, e foto digitali), la Fototeca della Maiolica Italiana, consistente in oltre 32.000 fotografie di raccolte pubbliche e private da tutto il mondo, una Biblioteca Specialistica su ceramica, arti decorative e design, con una dotazione di oltre 64.000 pubblicazioni. Infine, il M.I.C. continua a curare al suo interno svariate attività collaterali quali la pubblicazione ininterrotta, dal 1913, della rivista specialistica ceramologica “Faenza”, e non ultimi, un laboratorio didattico per bambini e un laboratorio di restauro attivi dal 1979. Per dovere di completezza sarà poi necessario citare anche le svariate iniziative che di anno in anno arricchiscono ulteriormente il programma culturale di questa realtà come seminari, gruppi di studio, corsi, concorsi, borse di studio, conferenze, convegni, mostre temporanee, presentazione di libri e incontri con gli autori, spettacoli, eventi, per finire con il “Premio Faenza”, concorso internazionale della ceramica d’arte contemporanea.
Una realtà così complessa e articolata necessita naturalmente di un’organizzazione più che precisa, ma nel corso degli anni Ottanta emerge un problema logistico: mentre il museo continua a crescere, anche fisicamente, il personale, costituito da dipendenti comunali, tende a diminuire senza essere sostituito; dopo il 1976, infatti, il Museo é divenuto Museo di Ente locale, a seguito di una Legge Regionale, ed é passato sotto il diretto controllo del Comune di Faenza.
Se si pensa che dal 1984 in avanti sono stati aggiunti diversi blocchi fisici alla struttura museale, per esporre opere presenti da tempo nei depositi, risulta lampante l’esigenza di soddisfare la carenza di personale in un modo diverso.
La soluzione arriva con la Legge Quadro sul volontariato (11 agosto 1991, n. 266) grazie alla quale il Museo decide immediatamente di avviare la collaborazione con Auser, anticipando, di fatto, sia la Legge Regionale d’attuazione (L.R. 31 maggio 1993, n. 26) sia la Legge Ronchei (L. 14 gennaio 1993, n. 4) che prevedeva esplicitamente convenzioni tra musei ed associazioni di volontariato e costituendo un precedente storico che sarebbe stato, negli anni successivi, ampiamente imitato.
Ad oggi i volontari Auser attivi nel servizio di guardiania al M.I.C. sono fino a 12 al giorno, 3 o 4 per ogni turno, a seconda dei giorni; sono impiegati soprattutto nelle sale dove vi siano opere che, per vari motivi, non è stato possibile racchiudere nelle teche, o comunque nei punti nevralgici della struttura e collaborano attivamente con il servizio di videosorveglianza, con cui possono mettersi sempre in contatto grazie ad appositi telefoni cellulari. Oltre al vero e proprio servizio di controllo, i volontari sono fondamentali anche nel dare indicazioni ai visitatori della struttura, nel segnalare eventuali problemi all’interno delle sale, nell’individuare tempestivamente malfunzionamenti o eventi imprevisti. In poche parole, nonostante nelle sale siano attive 122 telecamere, il sistema di sorveglianza “a uomo”, reso possibile grazie alla collaborazione con Auser, è indispensabile per il M.I.C., senza contare che lo splendido rapporto personale instauratosi tra i nostri volontari e il personale del Museo contribuisce a rendere il tutto, oltre che utile, estremamente piacevole.
Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza è in Viale Baccarini 19 a Faenza
Telefono 0546/697311
E-mail: info@micfaenza.org
Sito web: www.micfaenza.org
ORARIO INVERNALE (dal 21 ottobre al 31 marzo)
Dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.30
Sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 17.30
ORARIO ESTIVO (dal 1 aprile al 20 ottobre)
Dal martedì alla domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00
Il museo è chiuso tutti i lunedì non festivi, il 1 gennaio, il 1 maggio, il 15 agosto e il 25 dicembre