Questa nuova rubrica, che viene inaugurata proprio con questo numero del nostro giornale, vuole avvicinare il mondo dei volontari al mondo degli utenti ed entrambi i mondi al mondo esterno che in qualche caso ancora non conosce la realtà quotidiana di Auser. Da questo numero in avanti vi presenteremo diversi volontari Auser, da diversi territori, in modo da poter rendere conto delle diverse spinte, delle diverse motivazioni, delle diverse sensazioni ed emozioni di queste persone eccezionali, ma ovviamente anche delle tante cose che li accomunano.
Cominciamo allora da Bagnacavallo, dove abbiamo incontrato Fiorenzo Parrucci, 60 anni.
Mi chiamo Fiorenzo, sono un volontario Auser da 3 anni. Ho conosciuto l’Associazione tramite un volantino del Sindacato dei pensionati, che informava sull’intenzione di formare un Circolo anche a Bagnacavallo e cercava volontari. Prima della pensione lavoravo ad Imola e non conoscevo l’Auser. Avevo voglia, cessata l’attività lavorativa, di continuare ad impegnarmi, di non rimanere fermo. Oltre che con Auser, mi occupo della raccolta fondi per Emergency e per l’Associazione Felicità sostenibile di Faenza, praticamente sono occupato come quando lavoravo in azienda.
All’Auser di Bagnacavallo mi occupo del coordinamento dei turni dei volontari di Bagnacavallo impegnati nella sorveglianza alle mostre durante la Festa di S.Michele, nella portineria alla Casa della Salute, nell’accompagnamento alle strutture sanitarie; sono anche in contatto con le assistenti sociali per dare una mano ad alcune persone che non sono in grado di eseguire autonomamente alcuni compiti quali fare la spesa e recarsi in farmacia.
Le persone che aiutiamo in genere sono molto soddisfatte, di solito ci colpisce la frase che ci sentiamo dire più volte: “par furtona chai sì vo’..” (per fortuna che ci siete voi).
Quello che manca all’Auser di Bagnacavallo secondo me è un’auto di proprietà dell’associazione, pagata coi proventi del 5 per mille e con il nostro logo ben in vista, cosa sulla quale, tra l’altro, stiamo ragionando proprio ora. Ecco, questo potrebbe aiutare il nostro Circolo a fare un salto di qualità rendendolo più visibile nel paese e aiutandoci a trovare altri volontari, che servono sempre.
Se qualcuno fosse indeciso sul diventare o meno volontario gli direi che stare in un gruppo di persone, fare conoscenze, sentirsi utili, fa star bene anche te. Sentirsi partecipi nella comunità in cui si abita, anche dopo la pensione, é fondamentale per sentirsi vivi e ancora utili alla società.