Dal 25 agosto al cinema
Quelle dei grandi registi… e la mia.
Che fa anche l’attrice.
MIA MADRE FA L’ATTRICE
un film di MARIO BALSAMO
con SILVANA STEFANINI e MARIO BALSAMO
Dopo l’ottima accoglienza al 33. Torino Film Festival, e il Nastro d’argento speciale alla protagonista Silvana Stefanini, uscirà nelle sale il 25 agosto distribuito da Bim MIA MADRE FA L’ATTRICE, il nuovo film di Mario Balsamo, che torna – a tre anni dal successo di Noi non siamo come James Bond – sui temi della propria autobiografia.
Che cosa fanno un figlio cinquantaduenne e una madre ottantacinquenne, vittime di un rapporto irrisolto e conflittuale e con una passione in comune, il cinema? Un film documentario. Specie se lui è un regista, lei è (stata) un’attrice ed entrambi hanno nostalgia di apparire sul grande schermo: con ironia e surrealismo, giocando tra realtà e finzione, senza evitare i nodi universali del rapporto madre-figlio, dove l’affetto si nasconde dietro recriminazioni e vendette.
Tutto questo mentre si va alla ricerca di un film in cui la donna ha recitato sessant’anni fa nel suo ruolo più importante ma che, per ragioni inspiegabili, non ha mai voluto vedere.
“Io e mia madre – spiega Mario Balsamo – abbiamo una cosa in comune: nella nostra vita abbiamo lasciato un bel po’ di cose in sospeso. Di fronte al coronamento di ciò che era più significativo, ci siamo tirati indietro. Un attimo prima. E lo facciamo ancora. Non ho mai capito perché. Io penso che le tesi psicoanalitiche siano poco poetiche, anche mia madre. Che ha invece convinzioni ferme in merito ai mancati compimenti: “Colpa del malocchio!”, tuona. Personalmente non ne sono così convinto; o almeno non del tutto… Credo che perlopiù sia dipeso da noi: da lei e me. Dalle nostre volontà.
A volte abbiamo sospeso le nostre narrazioni. Abbiamo tenuto incompiute molte scene dei nostri rispettivi film; e, guarda caso, proprio quelle da cui si sarebbe dovuta evincere la trama. Ora abbiamo avuto l’occasione, lei e io, di fare una revisione della sceneggiatura…
…Sbaglio! Ne abbiamo un’altra di cosa in comune, Silvana e io: il cinema. Mia madre fu attrice fino a 25 anni. Poche parti e di poco rilievo, tranne l’ultima in La barriera della legge, con Rossano Brazzi, dove originariamente aveva quattro scene. Ma anche lì lei si sospese. Quel film si rifiutò di vederlo. La sua spiegazione: uno dei produttori, da lei respinto, per vendicarsi ne fece togliere una parte dal montaggio e così lei sbatté la porta prima della stampa della pellicola, senza vedere il risultato finale. E non l’aveva mai visto! Finora… sarà vero?
In realtà, mia madre e io non avevamo (e non abbiamo) gusti in comune in fatto di film, ma la sala buia ci metteva sempre d’accordo (almeno fino a quando scorrevano i titoli di coda). Adesso il film in comune c’è. E che Dio ce la mandi buona!”