In RISPOSTA ALL’APPELLO “Con i migranti per fermare la barbarie” non in una ma dieci, cento città, si invitano i cittadini e le cittadine
il 27 ottobre 2018, ore 11,00 a RAVENNA, presso i Giardini di Speyer, presidio e letture
In Italia e in Europa risuonano forti campanelli di allarme.
I principi di civiltà e di convivenza democratica sono tornati a essere bersagli di chi vuole dividere, reprimere, escludere, cacciare.
Razzismo e xenofobia vengono ogni giorno instillati tra gli italiani del Nord e del Sud, e si diffondono nelle città e nelle periferie sociali. Ma se prima si trattava soltanto di segnali universalmente considerati negativi, adesso i sintomi sono rappresentativi di un’involuzione profonda. E fanno paura.
A fronte di un cambiamento così preoccupante, è necessario intensificare ed estendere la risposta di popolo contro le violenze, i soprusi, le prepotenze che scendono dall’alto come una nera cappa che copre il nostro Paese. Una risposta in nome dei diritti, del rispetto, del senso di umanità che non possiamo e non dobbiamo smarrire.
I primi segnali di un’alternativa sono arrivati con la reazione all’attacco a Riace e al suo sindaco Mimmo Lucano e con la straordinaria sottoscrizione per permettere l’accesso alla mensa e ai servizi di trasporto, ai bambini figli di cittadini stranieri, negati da un’ordinanza dalla Sindaca di Lodi. Così come con la grande risposta delle magliette rosse, con la manifestazione a Catania per pretendere lo sbarco e il soccorso dalla nave Diciotti, con la straordinaria partecipazione alla marcia della pace Perugia-Assisi e il grande consenso che sta raccogliendo il progetto Mediterranea.
Da più parti viene la richiesta di una battaglia di civiltà, in difesa della democrazia costituzionale. E contro le diseguaglianze, contro le povertà, sociali e culturali che i ministri dell’odio manipolano, strumentalizzando il disagio e la sofferenza che coinvolgono milioni di italiani, per rivolgere la rabbia nei confronti delle persone più deboli dei nostri tempi: i migranti.
A questa gente, a milioni di donne, uomini, bambini viene negato qualsiasi diritto. È un’umanità che fugge da fame, povertà, guerre, terrore. Di questo immenso popolo, una piccola parte vorrebbe venire in Italia, anche solo per attraversarla. Lo vorrebbe fare rivolgendosi agli Stati, legalmente e senza rischiare la vita. Ma leggi e politiche sempre più proibizioniste e liberticide producono morte e sofferenza e alimentano la criminalità e le mafie.
In Italia soffia un vento furioso di propaganda e, peggio, di violenza. Il limite della intolleranza si traduce in forme di aggressione e regressione sempre più gravi. I migranti diventano ostaggi, nemici, gente pericolosa. Insultati, picchiati, feriti da armi da fuoco, concentrati in centri invivibili. Adulti, minori, donne sole, bambini trovano in Italia un’ostilità crescente. E come se non bastassero il blocco delle navi e il boicottaggio delle Ong, il governo approva un decreto che, se accolto dal Parlamento, metterebbe ancora più a rischio la loro vita.
Un Decreto che punta a demolire il diritto d’asilo, a consegnare ai privati l’accoglienza puntando sui grandi centri che alimentano corruzione e razzismo, scaricando sui territori costi, disagio e tensione sociale.
Eppure nonostante le difficoltà politiche, nonostante i dubbi, nonostante le divisioni, tanti italiani sono disposti a fare argine al drammatico dilagare di comportamenti “cattivi”, che non avevamo ancora mai visto prima verso i più indifesi. Ma c’è di peggio, perché chi perseguita i deboli non se ne vergogna. Ostentando e stimolando odio.
A questa vasta area democratica, religiosa e laica, spetta il compito di tenere alta la bandiera della civiltà, della pace, della convivenza tra diversi, della democrazia. La chiesa di Papa Francesco interpreta con lucidità i tempi presenti. Il mondo cattolico, con le sue strutture e i suoi giornali, insieme alle tante associazioni sono già impegnati in aiuto dei migranti e in prima fila contro razzismo e xenofobia. Altrettanto il mondo laico: donne, uomini, giovani e meno giovani, compagne e compagni, preoccupati e convinti della necessità di dare un’ampia e forte risposta alla crescente barbarie.
È il tempo di compiere un primo, grande, passo.Tutti insieme. E possiamo farlo manifestando.
per aderire localmente (entro giovedì 25/10/2018): ravenna@arci.it
Adesioni nazionali
Actionaid, Aidos, Anpi, Antigone, Aoi, Arci, Arcs, Avvocato Di Strada, Baobab Experience, Cefa, Centro Astalli, Cgil, Cipsi, Cittadinanzattiva, Cnca, Cocis, Comitati Dossetti Per La Costituzione, Concorditalia, Cospe, Dokita, Focsiv, Focus Casa Dei Diritti Sociali, Forumsad, Gruppo Abele, Gus, Il Manifesto, Il Razzismo È Una Brutta Storia, Intersos, Januaforum, Legambiente, Libera, Link2007, Lunaria, Moltivolti, Osservatorio Aids-Diritti Salute, Oxfam, Proactiva Open Arms, Rete Degli Studenti Medi, Terres Des Hommes, Statewatch, Udu, Uil, Uisp, Un Ponte Per, Vim
Aderiscono locali ( ne stanno arrivando molte altre)
Art.1 MDP- Provinciale Ravenna, Associazione Femminile Maschile Plurale, Associazione Global Solidarietà, Comitato in Difesa della Costituzione Ravenna, Comitato per la Valorizzazione e la Difesa della Costituzione di Faenza, Comitato Rompere il Silenzio, Consulta antifascista di Ravenna, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale della Provincia di Ravenna, Libertà e Giustizia – Circolo di Ravenna, Partito Democratico – Ravenna, Rete Civile Antirazzista, Sezione L. Fuschini Anpi Ravenna, Sinistra per Ravenna, Sinistra Italiana – Ravenna