Siamo partiti il 16 aprile alle 4.15 per Bergamo, fermandoci a Lugo e Bologna a recuperare altri viaggiatori. Da Bergamo siamo volati a Santander e lì abbiamo conosciuto José, un ragazzo di 30 anni che ci ha fatto da guida e Manuel, l’autista del pullman, che è rimasto con noi fino a giovedì. Il lungomare di Santander è veramente suggestivo e invita a fare belle passeggiate, le spiagge sono molto pulite, soprattutto quella del Sardinero, ma anche d’estate l’acqua fatica a raggiungere i 18 gradi. I prati arrivano quasi al mare e sulle montagne c’era ancora la neve. Dalla finestra del mio albergo godevo di una splendida vista sull’oceano.
La domenica mattina ci siamo subito rimessi in viaggio. L’aria è fresca, piove, ma noi siamo al riparo. Prima tappa il Museo di Altamira dove vediamo la famosa grotta paleolitica con i bellissimi graffiti preistorici; il soggetto più rappresentato è il bisonte; si tratta, in realtà, della riproduzione dell’originale, chiusa a suo tempo perché l’eccessiva affluenza di visitatori la stava rovinando. Dopo Altamira ci dirigiamo a Santillana del Mar, cittadina incantevole chiamata anche “città delle tre bugie” perché, a dispetto del proprio nome non è santa (Sant), non è piana (llana) e non c’è il mare. Affascinanti la Collegiata di Santa Juliana, le stradine medievali e gli splendidi balconi. Il tempo è clemente e ci siamo potuti godere la visita a piedi.
Terza tappa della giornata Comillas, sul mare dove vediamo una delle poche opere di Gaudi fuori da Barcellona: “El Capricho”, dichiarato “Monumento Històrico Artìstico”; molto scenografica la torre cilindrica decorata con ceramiche a forma di girasole.
Concludiamo la giornata arrivando in albergo a Bilbao che visitiamo il giorno seguente. Il Museo Guggenheim è chiuso, ma la parte esterna, in muratura, coperta da lastre in titanio ondulato, vale di per sé la visita; bellissimo anche il grande cane di fiori. Abbiamo visto il Ponte di Vizcaya, il più antico ponte trasportatore del mondo e il mercato coperto de la Ribera, una vera gioia per gli occhi e per il naso, dove le “tapas” si chiamano “pinchos”.
Siamo ripartiti nel pomeriggio salutando José. Il nostro nuovo alloggio e a Burgos. Dopo cena volevamo vedere la cattedrale illuminata, ma siamo rimasti delusi e ci siamo accontentati di una buona cioccolata con i churros, alla faccia della dieta, in una caffetteria dove siamo entrati per riscaldarci un po, dato che c’erano 8 gradi.
Il martedì a Burgos incontriamo la nostra nuova guida, Nicholas e cominciamo subito con la cattedrale gotica di cui ricordo soprattutto le guglie, la scala del pellegrino, il timpano, il rosone centrale, ancora originale. Il tempo è poco e dobbiamo presto ripartire per la Certosa di Miraflores. Qui è ospitato il sepolcro di Giovanni II e Isabella di Portogallo; molto belle le statue di alabastro che li rappresentano. I certosini producono rosari fatti con i petali di rosa, molto particolari.
Torniamo a Burgos per dirigersi verso Leòn, ma prima riusciamo a vedere anche la chiesa di San Nicolas e la chiesa gotica di San Esteban.
A Leòn abbiamo una nuova guida molto preparata, Maria, abbiamo solo un’ora e mezza di tempo, piove, fa freddo, ma riusciamo comunque a goderci la vacanza. Si parte con la cattedrale di Plaza Mayor, una magnifica costruzione gotica con meravigliose vetrate, poi la basilica di San Isidoro con un ciclo di affreschi che tappezzano la cupola del Pantheon reale chiamata anche la Cappella Sistina di Spagna. Dal pullman riusciamo ancora a vedere l’Hostal San Marcos.
Arriviamo a Oviedo attraverso il Picos de Europa, i monti sono ancora ricoperti di neve. Usciamo per goderci la cattedrale illuminata e vediamo che la città è disseminata di statue di bronzo, tra cui anche qualcuna di Botero. Una in particolare ha colpito la mia attenzione, si intitola “Concordia” e rappresenta sette persone, uomini e donne, che si abbracciano; peccato che la concordia tra i popoli ancora non esista.
Mercoledì la nostra guida a Oviedo è Miguel, visitiamo la cattedrale con la Camera Santa dove sono custodite una moltitudine di reliquie.
Andale per Gijon! Visita panoramica in pullman e visita alla Ciudad de la Cultura che prima era gestito dalle clarisse e ora ospita una serie di edifici culturali come il teatro, il conservatorio e la scuola di promozione turistica. Salutiamo Miguel e siamo pronti per partire per La Coruña, ma prima Manuel ci regala la vista panoramica delle mura ancora intatte della città, sono le più antiche d’europa e sono lunghe oltre due chilometri.
La nostra guida a La Coruña si chiama Imma e ci porta subito alla Torre d’Ercole, l’unico faro romano ancora in funzione, emblema della città. Anche qui troviamo una scultura di Botero. Ci intratteniamo in Plaza Maria Pita, eroina della città contro Francis Drake e davanti al porto notiamo le suggestive case banche, con le tipiche gallerie e le vetrate dipinte sempre di bianco, poi partiamo per Monte San Pedro e qui la vista è veramente mozzafiato. Un porto con prati bellissimi e il mare sotto. I prati sono talmente belli che sembrano finti. A tavola Empanada, polipo alla feira, zuppe, bacalao e per finire, come a Santander, un lungomare favoloso, forse più lungo e più bello.
Partiamo per Finisterre e lungo il tragitto vediamo i granai di pietra sollevati da terra dove una volta veniva conservato il mais. Ed eccoci, come un tempo si credeva, alla fine della terra, dove c’è l’usanza di raccogliere una conchiglia che testimonia la conclusione del cammino di Santiago. L’oceano si apre davanti a noi, immenso, e ci fa riflettere sulla bellezza e la grandiosità della natura.
Ancora una volta saliamo sul pullman e, tappa inaspettata, ci troviamo a Ponte Maceira, nel comune di Negreira. Fiume, ponticello, verde, casette, un posto bucolico, sembra quasi di essere in un altro mondo. Incontriamo due ragazze tedesche che stanno andando proprio a Finisterre per concludere il loro pellegrinaggio, trasportano i propri zaini su un vecchio passeggino, e andale!
Arriviamo a Santiago de Compostela, città di chiese (56) e conventi (17) per cena. Ci sono tanti pellegrini, tanta gioventù, tanta vita! Le stradine intorno alla cattedrale brulicano di bar e ristoranti e tutti sono pieni.
Venerdì visitiamo la Cattedrale. È grandiosa, solenne, il botafumero ondeggia in modo spettacolare lungo il transetto, fin sulla volta, pesa ben 55 chilogrammi e percorre una distanza di 70 metri a 60km orari. Siamo talmente fortunati che possiamo anche partecipare alla cerimonia, in mezzo a persone di tutte le nazionalità. Quasi tutti, poi, siamo andati ad abbracciare San Giacomo, probabilmente chiedendo una grazia.
Anche qui c’è il mercato coperto dove c’è la possibilità di farsi cuocere il pesce che si compera e si può assaggiare la pitta, un formaggio a forma di tetta.
Il nostro viaggio è finito all’aeroporto di Vigo prendiamo l’aereo che ci porta a Bologna e qui c’è la STAR che ci riporta a casa.
Rossella Gazzuro